Codroipo, 28 ott - "La Regione ha fatto uno sforzo enorme per
riuscire a declinare le priorità strategiche per l'agricoltura e
il mondo rurale del Friuli Venezia Giulia alla Politica agricola
comune 2023-2027 che ha imposto un lavoro molto complesso dettato
dall'anomalia di una programmazione che è diventata quinquennale
anziché settennale".
È quanto ha ribadito l'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier,
al convegno della Confederazione produttori agricoli-Copagri Fvg
sulla nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2023-2027,
tenutosi oggi pomeriggio a Codroipo.
Zannier si è soffermato sulle criticità a livello europeo "nel
fare sintesi tra lobby molto forti all'interno del Parlamento
europeo e una decisione rivoluzionaria che ha visto l'adozione di
un Piano strategico nazionale unico per ciascun Paese. Questo di
fatto ha ridimensionato molto il ruolo che prima veniva giocato
dalle Regioni".
"In generale - così Zannier - gli spazi di manovra autonomi delle
Regioni sulla Pac sono stati fortemente limitati, riducendoli a
pochi punti percentuali del budget". A ciò, ha evidenziato
l'assessore, si aggiunge la complessa gestione finanziaria delle
risorse dovuta alla possibilità di utilizzarle in un arco
temporale ridotto rispetto al passato, tanto che alcune misure
saranno difficilmente accessibili.
Il convegno si è aperto con l'intervento di Angelo Frascarelli,
presidente di Ismea, che ha illustrato i contenuti della nuova
Pac approvata il 2 dicembre 2021 dall'Unione europea e in vigore
dal prossimo primo gennaio. Le risorse destinate all'Italia
ammontano a 7,3 miliardi di euro l'anno, in linea con gli
stanziamenti degli anni precedenti. Ai pagamenti diretti va il
49,5 per cento del budget, allo sviluppo rurale va il 44,8 per
cento e il 5,7 per cento va alle misure di mercato che riguardano
prevalentemente vino e ortofrutta.
Il Piano strategico nazionale dettaglia tutti gli strumenti che
saranno applicati regione per regione.
I pagamenti diretti si articolano tra sostegno al reddito di base
(che si riduce dall'85 per cento della precedente Pac all'attuale
48 per cento sull'intero plafond riservato ai pagamenti diretti)
e altre misure più selettive rispetto al passato che rendono i
canali di pagamento più frammentati.
Il pagamento di base medio nazionale è di 167 euro a ettaro.
L'attribuzione del sostegno si baserà sui titoli all'aiuto, una
sorta di certificato del valore degli ettari posseduti. Di
principio la Pac impone, entro il 2027, una convergenza del
valore unitario dei titoli verso l'equivalente dell'85 per cento
della media, così da garantire una redistribuzione delle risorse.
La nuova Pac introduce inoltre una condizionalità rafforzata a
partire dal 2024: per avere accesso alle risorse gli agricoltori
dovranno rispettare alcuni obblighi tra cui la rotazione annuale
della coltura come cambio di genere botanico. La rotazione è
stata così imposta per aumentare la quantità e la qualità della
produzione, per abbassare l'incidenza di fitofarmaci e rafforzare
la salubrità delle colture.
Un'ulteriore condizionalità impone di destinare il 4 per cento
delle proprietà agricole ad area non produttiva, a salvaguardia
della biodiversità. Tra gli altri strumenti di pagamento la nuova
Pac introduce anche gli "ecoschemi" che riconoscono
all'agricoltore risorse in funzione del rispetto di cinque
tipologie di direttive, tra cui, ad esempio, la riduzione
dell'uso di antibiotici negli allevamenti.
Durante i lavori sono stati inoltre approfonditi i contenuti del
Fondo mutualistico nazionale a copertura dei danni catastrofali
da gelo, alluvione e siccità con un fondo da 350 milioni di euro
l'anno che sarà gestito direttamente da Ismea.
Al convegno hanno portato il saluto anche Maria Cristina Solfizi,
direttore generale Copagri e Valentino Targato, presidente
Copagri Fvg.
ARC/SSA/ma
L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier, al convegno della Copagri Fvg sulla nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2023-2027