Allevamenti: Zannier, Fvg impegnato a contenere peste suina africana
Udine, 9 mar - Il Friuli Venezia Giulia è pronto a mettere in
campo un piano di intervento per il contenimento della diffusione
della peste suina africana (Psa), un'infezione virale che non si
trasmette all'uomo ma si diffonde tra i cinghiali e può mettere
ad alto rischio gli allevamenti di maiali nel Nord Italia.
È quanto ha confermato l'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier
durante l'incontro divulgativo promosso dal Servizio Prevenzione
regionale in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico
sperimentale delle Venezie (IZSVe).
Zannier ha rimarcato "la necessità di attivare una Unità di crisi
ristretta per il coordinamento delle azioni da intraprendere a
breve termine e un gruppo allargato di analisi e azione che
coinvolga anche il Servizio caccia, con l'intento di aumentare la
segnalazione di ritrovamenti di eventuali carcasse di cinghiali,
primi portatori della malattia".
Quanto alla difesa degli allevamenti Zannier ha ricordato che a
livello nazionale il Ministero dell'agricoltura ha stanziato 50
milioni di euro per il contenimento della peste suina africana,
di cui 15 milioni per l'installazione di reti e 35 milioni per
interventi di biosicurezza negli stabilimenti. "Anche la Regione
lo scorso anno ha aperto una linea contributiva per 800mila euro,
ma abbiamo ricevuto richieste per soli 200mila euro" ha
sottolineato l'assessore.
Nel corso del confronto Gioia Capelli, direttore sanitario
dell'IZSVe ha ricordato come l'ingresso dell'infezione in Italia
era atteso da Est, mentre attualmente ha fatto ingresso in
Piemonte e Liguria. Se da un lato ciò consente di avere più tempo
a disposizione, resta fondamentale mettere in atto piani di
contenimento condivisi, rapidi ed efficaci.
Denis Vio veterinario dirigente della sezione di Pordenone
dell'IZSVe ha precisato che dal 2021 esiste un piano di
sorveglianza e prevenzione, basato su un sistema di allerta
precoce, ma altri fattori importanti sono la formazione degli
allevatori sulla diffusione della malattia e sulla gestione delle
popolazioni di cinghiali.
Francesca Scolamacchia, veterinario della sezione Epidemiologia
dell'IZSVe, ha invece illustrato la proposta di contenimento
attraverso recinzioni non elettrificate lungo i confini tra
Italia e Slovenia; il programma stima una barriera di 206
chilometri che andrebbe ad isolare oltre 260 allevamenti,
consentendo di sorvegliarne indirettamente ulteriori 300. Infine,
Vittorio Guberti, ricercatore veterinario dell'Ispra, ha
richiamato la pratica delle recinzioni già attuata in Belgio e in
Repubblica Ceca, auspicando un'iniziativa nazionale per attivare
un sistema emergenziale univoco.
ARC/SSA/ma
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