Udine, 3 feb - "Ersa rende fruibili dati presenti in numerose
banche statistiche ma poco utilizzati se privi di una raccolta,
lettura ed elaborazione complessiva, oggettiva e ragionata. Lo
studio presentato oggi restituisce una "fotografia parlante" che
aiuta a dare un'interpretazione dei fenomeni in corso e un
utilizzo dei dati utili alle scelte economiche future. Questa
attività svolta da Ersa si inserisce nella visione di un nuovo
ruolo dell'Agenzia al cui interno, per una precisa scelta della
Giunta regionale, sarà istituito l'organismo pagatore regionale,
autonomo rispetto all'attuale Agea. È una sfida difficilissima
che però abbiamo la capacità di vincere e portare a termine".
È quanto ha detto oggi l'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier,
durante la presentazione dell'indagine condotta dall'Agenzia
regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) in merito alle prime
valutazioni 2021 sull'andamento del settore agroalimentare in
Friuli Venezia Giulia. La ricerca, introdotta dal direttore
generale di Ersa, Francesco Miniussi, è stata elaborata da
Daniele Rossi e Laura Zoratti tecnici statistici dell'agenzia.
Rispetto all'analisi presentata, Zannier ha evidenziato come "il
comparto agricolo regionale è segnato da alcuni fattori
importanti: in primis, i danni da maltempo, che si susseguono di
anno in anno, e che non possono più essere considerati
straordinari. Nel primo pilastro della Programmazione agricola
comunitaria (Pac) è prevista la capitalizzazione di un fondo per
la gestione del rischio. È necessario un sistema strutturale e
non più fondato sulla solidarietà, che in questo momento non
garantisce indennizzi adeguati".
L'assessore ha poi sottolineato "le problematiche legate alla
risorsa idrica che necessita di nuovi sistemi di
approvvigionamento e di gestione del sistema irriguo, anche in
funzione dei cambiamenti climatici che influiscono sulla
fioritura e sulla crescita di alcune varietà. Per questo molte
risorse del Pnrr saranno destinate a questo obiettivo".
Venendo ai dati, il primo semestre 2021 è stato caratterizzato
dalla ripresa degli scambi commerciali, con esportazioni per
oltre 424 milioni di euro di prodotti alimentari regionali (più
15 per cento rispetto al primo semestre 2020) e 87,3 milioni di
euro di prodotti agricoli regionali (più 9,8 per cento), che
hanno superato i valori pre-pandemici. Tale incremento, associato
a una crescita più lenta delle importazioni (378 milioni di euro,
più 8,4 per cento), ha mantenuto la bilancia commerciale su
valori nettamente positivi.
Non si arresta la domanda estera di vino regionale, il cui valore
esportato nel primo semestre 2021 si è approssimato ai 60 milioni
di euro (più 15,4 per cento rispetto al 2020).
I mercati internazionali hanno registrato un andamento al rialzo
dei prezzi dei prodotti agricoli, per effetto della corposa
domanda da parte della Cina, oltre che dal rallentamento delle
operazioni doganali e di disinfezione e dall'aumento dei costi
dell'energia che hanno aumentato i prezzi dei trasporti. I prezzi
di cereali e colture oleaginose sono risultati così in costante
aumento a partire dall'autunno 2020 fino a tutto il 2021. I
prezzi dei mercati regionali ne hanno risentito positivamente,
portando a stimare un aumento del valore economico generato dal
comparto cerealicolo (141 milioni di euro, più 27,5 per cento) e
delle colture industriali (57,1 milioni di euro, più 16,1 per
cento), nonostante i cali produttivi. Resta da valutare l'effetto
sul comparto zootecnico, dove i prezzi delle carni hanno
registrato incrementi postivi rispetto al 2020. Buono l'andamento
dei consumi di Montasio (con vendite cresciute dell'11 per cento).
Il settore "pesca e acquacoltura" ha registrato un recupero delle
vendite, favorite dall'aumento dei consumi di pesce fresco oltre
che dalla generale ripresa delle esportazioni. Il comparto
produttivo si dimostra attento anche ai cambiamenti nelle
abitudini dei consumatori, ad esempio per il particolare
interesse mostrato verso il prodotto trasformato a base di trote
allevate in regione.
Per quanto riguarda il numero di aziende del settore, queste
risultano in leggero aumento al terzo trimestre 2021 (14.067
unità, più 0,6 per cento), con un saldo positivo in termini di
occupazione (più 0,3 per cento di assunzioni) e una diminuzione
delle aziende cessate (meno 5,7 per cento).
Dal punto di vista delle condizioni climatiche il primo semestre
2021 era iniziato con delle gelate ad aprile che hanno mandato in
sofferenza frutteti e viti, mentre il passaggio da un maggio
freddo e piovoso ad un giugno caldo e secco ha messo in
difficoltà la fioritura di mais e olivo.
In regione, la coltura prevalente è la vite con oltre 28mila e
600 ettari, seguono il melo (oltre 1.300 ettari) e l'actinidia,
ovvero i kiwi (491 ettari, in leggera diminuzione). In aumento le
superfici a piccoli frutti (24 ettari, più 85 per cento) e
nocciolo (384 ettari, più 34 per cento). Il 50 per cento delle
superfici destinate alle colture ortive è stato investito ad
asparagi, mentre il 16 per cento a patate.
ARC/SSA/gg
L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier, durante la presentazione dell’indagine condotta da Ersa in merito alle prime valutazioni 2021 sull'andamento del settore agroalimentare in Friuli Venezia Giulia