La Giunta Regionale


16.01.2019 15:43

Primavera di Praga: Rosolen, dovere ricordare martirio di Jan Palach

Trieste 16 gen - Cinquant'anni fa a Praga si compì l'atroce suicidio di Jan Palach, giovane studente universitario che si opponeva all'invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Un anniversario su cui si è soffermata l'assessore all'Istruzione e Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, sottolineando l'esigenza, da parte delle istituzioni, di ricordare i fatti e trarne una lezione storica.

"Praga, 16 gennaio 1969: un giovane esce dal suo alloggio universitario con tre lettere nel borsello, mangia il suo ultimo pasto alla mensa universitaria, prende l'ultimo autobus della sua vita, compra due secchi di plastica in una ferramenta e li riempie di benzina. Nel pomeriggio raggiunge piazza San Venceslao. Si avvicina alla fontana, si toglie il cappotto, si versa addosso la benzina e si dà fuoco. Muore dopo tre giorni di terribile agonia" ricorda Rosolen.

"Il Paese di Jan Palach, la Cecoslovacchia - continua Rosolen- è sotto il tallone di una occupazione armata. Quella mattina i carri armati sovietici, peraltro acclamati in Italia da chi ancora non era nume tutelare delle istituzioni repubblicane, sono entrati nel paese per spegnere nel sangue la "Primavera di Praga", un movimento rivoluzionario che vuole cambiare faccia al socialismo reale. Quel giovane sfidò il regime comunista, un ragazzo che è diventato un simbolo di libertà e di amor patrio, uno dei più grandi eroi della nostra storia. La sua vita sia da esempio per noi e per le future generazioni: è bene ricordare sempre che qualcuno ha pagato con la propria vita la nostra libertà".

Rosolen ricorda che "in una delle lettere che conservava nella tasca del cappotto, Palach scriveva: poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprime la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è composto di volontari, pronti a bruciarsi per la causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero uno, è mio diritto scrivere la prima lettera". ARC/COM/SSA