La Giunta Regionale


07.06.2018 19:22

Lavoro: al via Pipol 18/20, 8 mln per inserire i giovani nel mercato

Rosolen, ribaltata impostazione: ora si parte da esigenze della domanda
 

Trieste, 7 giugno - Circa otto milioni di euro per inserire i giovani tra i 18 e i 29 anni nel mercato del lavoro, di cui circa sette milioni e mezzo gestiti dalla Regione tramite i Centri per l'impiego e i rimanenti 600 mila euro messi a disposizione dalle Università di Udine e Trieste per tirocini extracurriculari in mobilità nazionale.

È quanto prevede la seconda fase di Garanzia Giovani, che è parte integrante del progetto regionale Pipol - Piano integrato di politiche per l'occupazione e per il lavoro, lo strumento integrato di politica attiva del lavoro.

Il Piano di attuazione regionale (Par) della nuova Garanzia Giovani è stato approvato oggi in via preliminare dalla Giunta del Friuli Venezia Giulia su proposta dell'assessore al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia Rosolen.

Il Par definisce obiettivi e modalità di gestione del finanziamento di 7.968.529 euro disposto dall'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal) per la seconda fase di Garanzia Giovani, cofinanziato dal Fondo sociale europeo e da fondi nazionali.

Il progetto partirà dai primi giorni di luglio, una volta che il Par sarà stato approvato in via definitiva dalla Anpal. La Regione, tramite i Centri per l'impiego o mediante gli atenei, offrirà la possibilità a circa 5mila giovani di seguire percorsi formativi calibrati alle esigenze di chi offre lavoro e di maturare l'esperienza di tirocinio in un'azienda del territorio nazionale o regionale.

"Abbiamo ribaltato l'impostazione del piano, perché adesso si parte dalle esigenze del mercato", spiega Rosolen, rimarcando che "è impensabile sottrarsi alla logica dell'incrocio tra domanda e offerta, quando si parla di lavoro".

Secondo Rosolen la prima stagione di Pipol ha vissuto di luci e ombre. "Talvolta le aspettative degli aspiranti lavoratori risultavano essere incompatibili o comunque distanti dai reali bisogni delle aziende. Adesso si cambia passo", indica l'assessore, evidenziando che "si tratta di un processo che intende avvicinare il mondo della scuola, dell'università e della formazione a quello del lavoro in senso stretto e per attuare il quale è necessaria un'assunzione di responsabilità collettiva tra tutti i soggetti per fornire e migliorare i servizi". ARC/EP/ppd