Eventi: Zilli, La Cividina simbolo del made in Italy
L'assessore all'inaugurazione della nuova sede dell'azienda
friulana
Trieste, 15 set - "L'inaugurazione della nuova sede de La
Cividina testimonia la volontà di questa azienda storica della
nostra regione di continuare a crescere e di aumentare la propria
competitività, ispirata da criteri all'avanguardia
nell'organizzazione, vivibilità, sostenibilità ed etica
dell'ambiente di lavoro. Una realtà che fa del made in Italy il
proprio marchio di fabbrica: uno straordinario esempio di
promozione della cultura manifatturiera locale, sintesi perfetta
di qualità, competenze tecniche e lavorazioni di pregio". Questo, in sintesi, il pensiero espresso oggi a Martignacco
dall'assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, in occasione
dell'inaugurazione della nuova sede dell'azienda La Cividina,
specializzata nella progettazione e realizzazione di collezioni
di divani e poltrone di design. L'attività è stata avviata nel 1976 su impulso del fondatore
Carlo Bulfoni e nel tempo ha portato l'impresa, che svolge
l'intero processo produttivo in Friuli Venezia Giulia e oggi
conta oltre 20 progettisti, 70 artigiani e quasi 2.000 clienti da
più di 90 paesi, a diventare partner di importanti progetti di
interior living in ambienti pubblici e privati. Nel 2018 La Cividina è stata la prima azienda di imbottiti in
Italia a ottenere la "Certificazione di origine italiana del
mobile", che certifica la qualità dei manufatti made in Italy e
la provenienza nazionale delle sue fasi di produzione attestata
da Catas e Cosmob, i più importanti laboratori di prova e
certificazione per il settore legno-arredo in Italia. "Come Amministrazione regionale - ha rimarcato l'assessore Zilli
- siamo orgogliosi e attenti alle produzioni dei maestri
artigiani come la famiglia Bulfoni. Il loro impegno rafforza le
filiere e offre alti standard di professionalità per i
lavoratori. Elementi vincenti per far crescere il valore del made
in Friuli Venezia Giulia nel mondo".
ARC/PAU/gg
L'assessore regionale Barbara Zilli nel corso del suo intervento
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