Pasian di Prato, 13 feb - Occorre rivedere il rapporto tra la
politica e le scelte delle istituzioni in materia di welfare per
dare corpo al percorso di rivalutazione delle opportunità che il
mondo del lavoro può e deve offrire alle persone svantaggiate: un
percorso, nel quale la Regione è impegnata anche coinvolgendo il
sistema delle autonomie locali tramite la Centrale unica di
committenza, tra l'altro, per assicurare la possibilità di
accesso alle gare di appalto anche alle cooperative sociali e ai
Comuni di piccole dimensioni, ovvero le realtà che possono
assicurare lavoro alle persone meno fortunate.
È quanto emerso dalla tavola rotonda svoltasi all'Enaip di Pasian
di Prato, organizzata dalla Regione, dall'Anci FVG, dall'Alleanza
delle cooperative italiane, sul tema "Garantire l'inserimento
lavorativo negli appalti pubblici", presenti il vicegovernatore
del Friuli Venezia Giulia e l'assessore regionale al Patrimonio.
La riforma sanitaria regionale ma anche l'approccio nuovo verso
le autonomie locali e un nuovo metodo di governo del sistema
delle istituzioni sul territorio contemplano nuovi spazi e
opportunità per il mondo della cooperazione sociale e per
consentire ai piccoli Comuni di affidare lavoro alle persone
diversamente abili. Progetti, ipotesi di lavoro e impegni che la
Regione ha adottato e intende assolvere, ma che rischiano di
rimanere il "titolo di una norma", o di una posta di bilancio, se
non verrà compiuto un salto culturale dall'intero sistema della
politica che deve essere messo un grado di governare le scelte. È
stato infatti auspicato che le istituzioni locali possano essere
reinvestite della capacità di governo delle politiche sociali per
essere messe in grado di applicare le regole del buonsenso che,
coinvolgendo le persone svantaggiate nel mondo del lavoro,
riducano nel contempo anche parte dei costi dell'assistenza a
carico del sistema della salute.
La Regione dunque intende rivendicare a pieno titolo la propria
specialità nella conduzione delle politiche sociali che, se
governate da lontano e attraverso regole imprescindibili,
rimangono mere aspirazioni o titoli di norme inapplicabili
rispetto alle intenzioni dello stesso legislatore.
Si è parlato anche della Centrale unica di committenza (Cuc) che,
da strumento calato dall'alto e coercitivo e ancorato
esclusivamente alla 'spending review', deve ora divenire
un'opportunità per la Regione, per il sistema delle autonomie,
per gli enti locali, anche per le piccole imprese, ivi comprese
le cooperative sociali.
La Cuc, è stato ricordato, ha generato in questi due anni
risparmi agli enti locali per 50 milioni di euro. Per rafforzare
questi obiettivi, ora, l'adesione dei Comuni alla Centrale è ora
volontaria, mentre vengono considerate le diverse condizioni
nelle quali gli enti locali del Friuli Venezia Giulia sono
chiamati a operare, che si riflettono in esigenze e opportunità
di lavoro, spesso molto differenti, tra le realtà rivierasche e
quelle di montagna e non solo. La Cuc, è stato detto, è una
struttura a servizio dei Comuni, che offre la propria consulenza
nella predisposizione e nell'accesso alle gare di appalto. Nel
contempo, si sta progettando una piattaforma on line, sulla quale
non solo verranno pubblicati i bandi delle gare di appalto degli
enti pubblici, ma saranno registrate anche le cooperative che
intendano parteciparvi, per assicurare a tutti le medesime
opportunità.
ARC/CM/pph